Lo “strano caso” dell’indebito oggettivo e della tutela dell’affidamento incolpevole nel lavoro pubblico

Si richiama all’attenzione del lettore una sentenza del TAR della Toscana dei primi di gennaio 2021 che dà diffusamente conto di quale fosse lo stato della giurisprudenza (amministrativa ed ordinaria), a quel momento, sulla ripetizione delle somme indebite, eventualmente percepire in buona fede da un lavoratore pubblico, soggette alla disciplina dell’art. 2033 c.c.
Invero veniva affermato a chiare lettere non solo la loro ripetibilità (ed anzi la doverosità del loro recupero) ma l’irrilevanza della situazione soggettiva del percipiente.
Orbene, siffatta giurisprudenza è destinata ad essere ripensata alla luce non solo dell’intervento della Corte Edu dello scorso anno (già pubblicato nelle nostre news) ma anche della pronunzia della Corte costituzionale che è chiamata a dire la sua proprio sulla tenuta di siffatto orientamento (ovvero dell’applicazione dell’art. 2033 c.c.) con i principi desumibili dalla giurisprudenza sovranazionale.

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