L’acquisizione gratuita al patrimonio comunale in caso di inottemperanza all’ordinanza demolitoria

Con un’interessante sentenza dei primi di aprile 2022, il Consiglio di Stato ha affrontato il tema dell’impugnazione dell’atto di acquisizione al patrimonio comunale del sedime/immobile su cui insiste un abuso edilizio, oggetto di ordinanza demolitoria rimasta inottemperata.
A dire del Supremo Consesso, l’omessa tempestiva impugnazione del provvedimento demolitorio preclude la formulazione di censure nei confronti del successivo e consequenziale verbale di constatazione dell’inottemperanza all’ordine di demolizione e di declaratoria dell’acquisizione gratuita del bene al territorio comunale. Trattasi infatti di atto dovuto, privo di autonoma attitudine lesiva, avente natura meramente applicativa e consequenziale rispetto all’ordinanza demolitoria. Esso, perciò, non è espressione di alcuna discrezionalità amministrativa e quindi non si presta ad essere censurato per vizi che dovevano essere mossi avverso l’atto presupposto. Naturalmente, l’impugnazione avverso l’atto applicativo è ammessa ogni qualvolta il provvedimento di acquisizione gratuita celi vizi propri: a titolo esemplificativo è al più l’aspetto quantitativo dell’acquisizione che, presentando margini di discrezionalità, può essere censurato in sede di ricorso.
In definitiva, non possono essere fatti valere, in sede di impugnazione (esclusiva) del provvedimento di acquisizione gratuita relativa ad un’opera abusiva, i vizi propri dell’ordinanza demolitoria divenuta definitiva perché inoppugnata, non essendo consentita al Giudice Amministrativo la disapplicazione incidentale di un atto presupposto non avente natura normativa.

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