IRAP e compensi professionali degli avvocati pubblici

La Suprema Corte, con sentenza della seconda metà del mese di febbraio 2024, torna sul tema dell’IRAP relativa ai compensi professionali spettanti agli avvocati pubblici (nella specie del comparto delle regioni e delle autonomie locali), confermando che tali compensi “in conformità alla disposizione contenuta nell’art 2115 cod. civ., sono dovuti al netto degli oneri contributivi previdenziali ed assistenziali, della spesa dell’assicurazione INAIL e dell’imposta IRAP, gravante interamente sulla Pubblica Amministrazione datrice di lavoro (Cass. n. 27315/2021 e giurisprudenza ivi richiamata). E ciò anche in dichiarata adesione al conforme orientamento delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti espresso, in sede di controllo, con la deliberazione n. 33 del 2010 secondo la quale “le disposizioni sulla provvista e la copertura degli oneri del personale (tra cui l’IRAP) si riflettono in sostanza sulle disponibilità dei fondi per la progettazione e per l’avvocatura interna, ripartibili nei confronti dei dipendenti aventi titolo, da calcolare al netto delle risorse necessarie alla copertura dell’onere IRAP gravante sull’amministrazione“. Viene, peraltro, sancito un vero e proprio parallelismo con il cosiddetto “compenso incentivante” previsto dal legislatore nel codice dei contratti pubblici, a favore dei funzionari tecnici, ovvero con i compensi percepiti dai medici pubblici che svolgono attività libero professionale intramuraria, riaffermando relativamente a questi ultimi che l’IRAP, che presuppone “l’esercizio abituale di una attività autonomamente organizzata diretta alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi” (art. 2 della legge n. 446/1997) grava sull’azienda sanitaria e non sul dipendente che rende la prestazione (v. Cass. n. 20010/2022 e giurisprudenza ii richiamata). Insomma, in tutti questi casi, spetta al datore di lavoro pubblico l’onere di dimostrare e provare che le somme inerenti all’IRAP sono state previamente accantonate nei fondi destinati a remunerare gli avvocati pubblici.

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