Una sentenza della Corte di Appello di Firenze dello scorso maggio 2021 si è nuovamente interrogata sul limiti del diritto di critica (tramite il social Facebook) e sui suoi possibili risvolti disciplinari, dando atto dell’astratta portata diffamatoria dei messaggi Facebook per la loro potenziale capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone. Nella specie è stato, peraltro, ritenuto che la sanzione disciplinare conservativa inflitta da una USL ad un proprio medico fosse illegittima in quanto si era trattato di una mera disquisizione di politica sanitaria non riferibile al proprio datore di lavoro o alla Regione Toscana e neppure riconducibile a fatti
concreti.