La Corte costituzionale ha di recente ribadito l’esclusione il personale in regime di somministrazione dalla platea dei dipendenti pubblici, con rapporto di lavoro precario, che possono accedere alle stabilizzazioni del loro rapporto di lavoro secondo le diverse discipline che si sono succedute nel corso degli ultimi tre lustri. La sentenza, per quanto senz’altro conforme alla disciplina vigente, non può non lasciare perplessi sugli effetti pratici che determina o che può determinare e che sono ben esplicitati dalla vicenda concreta che aveva condotto a sollevare la questione di illegittimità: un dipendente di un Comune che per 12 anni è stato utilizzato da autista di scuolabus. Insomma il rischio è quello di mettere in mano alle amministrazioni pubbliche un formidabile strumento di reclutamento di personale che, anziché restringere, potrebbe ampliare a dismisura la precarizzazione del lavoro e l’opacità delle forme di accesso.