Gentilissimi lettori,
nel fare a tutti voi i più sinceri auguri di buone feste e di buon 2023, vorrei tracciare un primo bilancio di questo blog che compie il suo primo anno di vita e che confido sia riuscito a sollecitare la vostra curiosità ed a fornire anche alcuni spunti utili al lavoro di
tutti i giorni.
Rinnovo innanzitutto l’invito, a chi vuole, di inviare spunti, quesiti o sue osservazioni su tematiche che ritenga di interesse comune e che troveranno sicuramente il giusto spazio nella sezione consigli pratici, visto che uno degli obiettivi che ci siamo proposti di
perseguire è proprio quello di creare una maggiore circolarità con i lettori e di rendere, se possibile, le notizie e la giurisprudenza richiamata utili a sollecitare riflessioni comuni e magari a fornire anche gli strumenti e le soluzioni dei casi pratici che possono capitare nella quotidianità del lavoro d’ufficio.
La sensazione che, difatti, credo accomuni tutti coloro che si occupano della pubblica amministrazione è quella di essere sempre un passo indietro. Indietro ad un legislatore che innova continuamente le regole del gioco (dimenticandosi spesso di confrontarsi con la realtà e la profonda diversità degli apparati burocratici delle amministrazioni pubbliche italiane), indietro ad una giurisprudenza spesso ispirata da criteri difformi persino sul decidere (si pensi alla diversa sensibilità ed alle diverse regole che disciplinano i giudizi amministrativi o quelli civili e che altro non sono che un riflesso della diversità della tipologia degli atti sottoposti al rispettivo sindacato giudiziale), indietro agli orientamenti severi del Giudice contabile percepito come una sorta di monolite che cerca di chiudere la
stalla quando i buoi sono per lo più usciti da tempo e che finisce per costituire, almeno talvolta, un facile approdo dell’amministrazione difensiva.
A fronte di tutto ciò, è, quindi, senz’altro da cogliere con favore il compimento dei rinnovi dei comparti della contrattazione collettiva successi al D.L. n. 80 del 2021 e l’emergere ed il consolidarsi della consapevolezza che è necessario ricondurre il personale al centro della macchina amministrativa, passando dalla stagione dei tagli lineari a quella non solo della valorizzazione meritocratica ma dell’implementazione degli organici e delle competenze in assenza dei quali gli obiettivi del PNR non solo tarderanno ad arrivare ma rischiano di rimanere un’ennesima occasione perduta.
Insomma, se spesso i dirigenti e funzionari pubblici sono accusati di una certa qual pusillanimità, resta irrisolto e centrale il nodo delle carenze di organico e della mancanza delle necessarie professionalità a partire, ad esempio, dall’assenza dei segretari comunali o
di professionalità tecniche indispensabili a garantire il normale funzionamento di qualsiasi ente locale. Per non parlare, poi, di quello, decisamente drammatico anche per i risvolti che ha sulla salute di tutti, del personale sanitario, medico e non.
Ad ogni buon conto, nel chiudere queste brevi riflessioni senza indulgere in una sorta di cahiers de doléances, l’augurio che mi sento di fare a tutti voi e noi è che alcuni spunti emersi dagli interventi legislativi del 2021 e del 2022 si rafforzino e si consolidino e che si
aprano finalmente le porte delle amministrazioni pubbliche non solo ad energie nuove (anche banalmente, ma neppure tanto, sul piano anagrafico) ma si comprenda appieno che solo investendo sul personale, sulla sua formazione e sulla sua valorizzazione si è in
grado di rispondere alle esigenze dei cittadini, visto che nessun apparato amministrativo vive di vita propria.
A cura di Avv. Mauro Montini